Padule di Fuchecchio



Glifosato: risposta a Confagricoltura

I vivaisti come gli ultimi giapponesi nella giungla: le cose cambiano e loro non se ne accorgono.

 

Vorremmo dire al direttore di  Confagricoltura di Pistoia, Daniele Lombardi, che, se c’è qualcosa su cui stendere “veli pietosi” (che tra l’altro denotano un modo di argomentare piuttosto offensivo) quelli sono gli svariati comunicati delle associazioni di categoria come la sua che , evidentemente, come i famosi ultimi giapponesi nella giungla, continuano a non vedere la realtà e a non assumersi le responsabilità in merito ai dati ARPAT che nessuno ha “strumentalizzato” (basta prendersi la briga di leggerli, soprattutto là dove parlano di “situazione diffusa nel pistoiese ed in Valdinievole”) ma che, in maniera oggettiva e al di sopra delle parti, hanno fotografato, ancora una volta, una situazione preoccupante.

Se, per la prima volta, anche la stessa Diocesi di Pistoia, attraverso il Vescovo Tardelli, interviene , con parole chiare e nette , parlando di “situazione seria” (cit.) ,  rivolgendosi direttamente all’industria verde di Pistoia, “che ha plasmato il paesaggio con un innegabile e significativo impatto sull’ambiente” (cit.), significa che il  nostro territorio ha un problema serio, che va affrontato di petto e nel più breve tempo possibile.

Quando Lombardi dice che non abbiamo scritto nulla contro la Regione Toscana, probabilmente non ha letto per intero il nostro comunicato, là dove abbiamo chiaramente esplicitato che la nostra proposta di una (nuova) legge regionale per lo spandimento di diserbanti e pesticidi, giace ferma in qualche cassetto. Anzi, è notizia di poche ore che  è stata BOCCIATA dal Consiglio regionale, il quale ha preferito (anch’esso!) non assumersi responsabilità, con un atteggiamento pilatesco che non tiene conto dell’impatto che questi prodotti hanno sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.

La nostra proposta di legge, presentata grazie all’impegno di un gruppo consiliare di minoranza, diceva delle cose molto semplici: ad esempio, avevamo proposto di incrementare la distanza dai punti di intervento fitosanitario portandola a 100 metri dalle sponde di laghi e acque superficiali, 200 metri dalle strade , dalle aree protette e dalle riserve naturali e 300 metri dalle abitazioni, dai centri abitati e dai ricoveri per animali (attualmente la legge prevede 10 metri di distanza).

Avevamo anche previsto una distanza di 100 metri dalle fonti di attingimento di acque per uso idropotabile, visto che la Regione Toscana con il PUFF permette di fatto lo spandimento di diserbanti e fitofarmaci fino a 20-30 metri da dette fonti.

Solo per citare un passaggio, ma è una proposta ricchissima di spunti che Lombardi farebbe bene a leggersi.

Quindi  è del tutto evidente che anche la politica è parte inadempiente.

Ci consenta poi il Direttore di Confagricoltura  che parlare di “effetti collaterali riguardanti le acque superficiali (e relativa flora e fauna)” , come se queste non facessero parte dell’ecosistema e quindi non contassero nulla, denota un atteggiamento, ma diremmo di più, una cultura, che considera l’ambiente un’entità meramente di servizio all’uomo ed alle sue attività.

Poi, sullo scioglimento dei ghiacciai e sui cambiamenti climatici , non si preoccupi Lombardi: il WWF è stata probabilmente la prima associazione, a livello mondiale, a porre il problema, non soltanto evidenziando tutte le criticità, ma proponendo una serie di alternative allo sviluppo, tese alla riduzione del danno. Se Lombardi fosse interessato, lo renderemmo volentieri edotto, inviandogli  documenti e pubblicazioni.

Lombardi parla poi di progetti di “pacciamento organico” finalizzati alla riduzione del glifosate che i vivaisti “vorrebbero avviare se solo fossero co-finanziati dalla Regione”. Quindi ci pare di capire che per ora non è stato fatto niente, indipendemente dalle responsabilità dei singoli soggetti. Ne prendiamo atto. Non solo: evidenziamo anche il fatto che, se da una parte i vivaisti/imprenditori mirano giustamente al profitto, allo stesso tempo, per risolvere i problemi causati dalla loro stessa attività, chiedono soldi pubblici, quindi di tutti i cittadini.

Riguardo ai cosiddetti “tavoli”, abbiamo più e più volte richiesto,  totalmente inascoltati, ,  che venissero istituzionalizzati, ovvero che i loro atti diventasero cogenti per la politica e per le amministrazioni. Le nostre richieste sono rimaste lettera morta (ormai ci siamo abituati, purtroppo) Anche su questo , vorremmo comunque capire cosa hanno prodotto detti tavoli, cosa è stato concertato, quali sono le azioni su cui si è deciso di prendere un minimo di impegno per il futuro. Altrimenti, ce lo consenta Lombardi, restano soltanto “chiacchere e distintivo”.

 

 

Marco Beneforti

Presidente del Comitato per il WWF di Pistoia e Prato

Pistoia, 02/08/20