No alla “superfunivia” del Corno alle Scale


In questi giorni si parla di rilancio turistico dell’Appennino, attraverso un progetto sovra regionale  che vuole unire le tre stazioni sciistiche di Corno alla Scale, Doganaccia e Abetone, rispolverando un’idea del 1963 che prevedeva una funivia Doganaccia/Scaffaiolo ed un impianto di seggiovia con partenza da Tavola del Cardinale ed arrivo sotto al vecchio rifugio del lago.

In totale, è prevista una serie di altri interventi che, da qui al 2020, porteranno a 27 milioni di euro gli stanziamenti nel comprensorio sciistico dell’alto Appennino tosco-emiliano. La stragrande maggioranza dei fondi sono destinati direttamente agli impianti a fune e funzionali allo sci.

Le decisioni prese sono palesemente in contrasto con le norme esistenti per la tutela di questo  territorio; infatti la situazione è la seguente:

  • le zone di intervento per le nuove infrastrutture si trovano all’interno di aree protette (SIC, Parchi Regionali) o nelle loro immediate vicinanze;
  • Per effettuare interventi del genere (gravemente impattanti sull’ambiente e sul paesaggio) è necessaria una Valutazione di Impatto Ambientale e il parere tecnico degli organi competenti (direzione del Parco del Corno, Ufficio Parchi della Regione ecc.);
  • E’ assurda la procedura di stanziare soldi (tantissimi) e decidere interventi ancor prima di sapere se gli stessi sono possibili e quale risulta il loro impatto sull’ Ambiente;
  • Nel dicembre 2016 sono bruciati al Corno alle Scale (prevalentemente sul versante toscano) decine di ettari di prati e di brughiera a mirtillo; sulle aree percorse dal fuoco non è possibile alcun intervento e questo per almeno 20 anni (cfr. Legge nazionale n° 353 del 21 Novembre 2000 e DGR n° 917 del 2 Luglio 2012); come si fa a dire che la “Superfunivia” del Corno ci sarà entro il 2020?

E’ poi noto che:

  • l’innevamento naturale si è ridotto di oltre il 30% negli ultimi 2 decenni e questo obbliga a intervenire con gli impianti di innevamento artificiale che aumentano l’impatto ambientale, i costi di realizzazione e di manutenzione;
  • il turismo prevalente al Corno (che sostiene l’economia locale!) è quello estivo e certamente non quello legato allo sci, rivelatosi fallimentare; sul versante toscano (esposto a sud) la situazione è ancora peggiore e proprio il versante toscano sarà particolarmente interessato dagli interventi.

Il WWF farà tutto il possibile, anche sul piano legale, per difendere il Corno alle Scale e lo sviluppo di un’economia sostenibile a vantaggio dell’Ambiente e di tutti i cittadini.

p. Comitato per il WWF di Pistoia e Prato

Marco Beneforti

Pistoia, 21/02/2018