Legge sugli ungulati in Toscana: solo escalation di spari, nessuna reale soluzione


LEGGE SU UNGULATI IN CONSIGLIO REGIONALE

DALLA REGIONE SOLO ESCALATION DI SPARI, NESSUNA REALE SOLUZIONE

UNA LEGGE CHE AFFRONTA LA PROBLEMATICA SOLO CON IL FUCILE,

ALIMENTANDO PIUTTOSTO CHE RISOLVENDO UN PROBLEMA

CHE PROPRIO I CACCIATORI HANNO CREATO E FATTO CRESCERE

CAMPAGNE TOSCANE  A RISCHIO ANCHE PER TUTTI I CITTADINI

CON CARABINE IN AZIONE DOVUNQUE E IN OGNI STAGIONE

ANCHE LE AREE PROTETTE RISCHIANO DI ESSERE INVASE DAI CACCIATORI

Oggi è prevista la votazione in Consiglio Regionale sulla legge regionale in tema di controllo  delle popolazioni di ungulati. La proposta di legge è stata infatti approvata dalla Commissione competente e manca solo il voto in aula. A nulla sono serviti gli appelli fatti nei mesi scorsi dal mondo ambientalista e animalista e non solo. Il testo che giunge in aula mantiene infatti sostanzialmente invariata la sua impostazione: per affrontare la problematica si usa solo e soltanto il fucile.

E’ ben noto come il problema ungulati sia nato con le reintroduzioni di ungulati a fini venatori e poi con le attività di foraggiamento e connessi, nonché di prelievo commisurato al mantenimento della più prospera attività venatoria. E cosa si fa? Ad un problema creato e alimentato in decenni dai cacciatori si risponde dando ancora più spazio ai cacciatori stessi e addirittura creando anche una filiera di “valorizzazione delle carni” che alimenterà da parte dei cacciatori interessi economici e non solo ‘ludici’ nel far prosperare gli ungulati sul nostro territorio.

Si tratta di una strage programmata che non porterà a nessun risultato se non insanguinare ulteriormente le nostre campagne e mettere a rischio anche tutti i cittadini, lasciando circolare in ogni dove e probabilmente in ogni periodo dell’anno persone armate di fucili da guerra con gittate anche di oltre 1 km (oppure con ‘archi da almeno 50 libbre di potenza’).

Viene invece praticamente ignorata nei contenuti e nelle disposizioni della legge la maggiore efficacia delle catture, almeno per il cinghiale, affidata direttamente alle aziende agricole.

Le catture infatti dovrebbero sostituire quanto più possibile lo sparo ed essere condotte direttamente dalle aziende agricole con i necessari sostegni ed incentivi (invece le si limita a situazioni periurbane o laddove gli altri metodi abbiano fallito). Perché non utilizzare il metodo delle catture in via prioritaria rispetto alla caccia ?

Nulla del tutto si dice poi sulla possibilità di sperimentare forme di contraccezione, almeno in aree specifiche.

Le stesse aree protette rischiano di essere invase dai cacciatori se gli Enti gestori non riusciranno ad adottare sufficienti metodi ecologici alternativi, che la nuova norma però non incentiva e favorisce (come faranno quindi a farlo, considerando anche che la Regione sta sempre più tagliando i fondi destinati alle aree protette?), I cacciatori potrebbero quindi riuscire nell’impresa che tentano da anni, cioè usare l’emergenza ungulati da loro stessi creata per entrare liberamente in parchi e riserve naturali.

Si parla di una filiera commerciale sulle carni, con i relativi proventi, che però invece di essere riservata esclusivamente agli agricoltori a risarcimento dei danni subiti, viene creata a beneficio e misura dei cacciatori, che con questo ulteriore stimolo non smetteranno mai di alimentare la diffusione degli ungulati sul nostro territorio.

La Regione Toscana continua a ragionare solo sul fucile, venendo incontro agli appetiti del mondo venatorio e dimenticando invece gli interessi di tutti gli altri cittadini, compresa addirittura la sicurezza. Nel testo della legge troviamo che i cacciatori dovranno indossare giubbotti ‘ad alta visibilità’, ma forse si sarebbe dovuto scrivere che tutti i cittadini dovranno d’ora in poi girare con giubbotti colorati per sperare di poter evitare di essere presi a fucilate.

Si tenga presente che viene fatto scomparire anche l’obbligo minimo della presenza almeno di una guardia volontaria (già insufficiente)  negli interventi speciali di controllo, eseguiti spesso con modalità e orari inusuali e pertanto ancora più pericolosi per chi li esegue e per chiunque si trovi sul territorio. Un altro colpo alla sempre minore vigilanza sul territorio.

Infine si arriva a modificare anche la legge 48/1994 sulla circolazione fuori strada dei veicoli a motore, facendo sì che i Comuni possano permettere ai cacciatori di muoversi con le loro auto anche nelle aree dove questo è invece vietato a tutti gli altri cittadini. Un altro affronto all’ambiente.

Si tratta di una proposta di legge gravissima, che apre una stagione di sangue sul nostro territorio senza avere alcun elemento in grado di affrontare davvero quelli che sono i problemi esistenti.

La cosiddetta ‘emergenza ungulati’ è una emergenza voluta e meticolosamente costruita a tutela degli interessi del mondo venatorio. La nuova legge regionale ne è ancora una volta la conferma.

Per il WWF TOSCANA

Guido Scoccianti

Firenze 2 febbraio 2016